martedì 6 settembre 2011

Su Facebook a rischio la privacy. alcuni casi eclatanti di violazione.ma si può rimediare ecco come

Facebook ha contagiato tutti: i social network coinvolgono tanto da farci dimenticare di proteggere la nostra privacy. Ne abbiamo parlato con Pietro Gentile, giornalista che da più di 4 anni si occupa di questo tema e Presidente dell’Associazione no profit Inter.Media Interactive Media Research.

GIOVANI E PRIVACY, PERICOLO ATTUALISSIMO
Sapete che un amico di un vostro amico può vedere le vostre foto? Oppure che se vi iscrivete ad un gruppo tutti i partecipanti del gruppo possono, potenzialmente, conoscere le vostre foto? «I giovani non si rendono conto di quanto siano preziose le informazioni relative alla propria vita - ci dice Pietro Gentile - la privacy è il nervo scoperto del fenomeno social network». Il rischio è stato recepito anche dall’Unione Europea, che ha proposto una direttiva ad hoc.
I giovani sono maggiormente a rischio perché poco coscienti della portata del fenomeno. Diventa sempre più difficile tracciare un confine netto tra atteggiamenti di tipo ludico/goliardico e comportamenti illegali. Facebook è formalmente vietato ai minori di 13 anni e gli under 18 possono iscriversi solamente se frequentano un qualsiasi istituto scolastico. Dal disclamer sembrerebbe che la navigazione per questa fascia di età debba avvenire all’interno degli istituti stessi, ma le modalità risultano confuse.
Gentile sottolinea che «Facebook è una piattaforma privata che diviene proprietaria di tutti i dati personali inseriti. Il meccanismo virale ad invito è controproducente soprattuto per gli adolescenti che hanno bisogno di "appartenere ad un branco". Nemmeno lo Stato Italiano ha in un unico database una quantità tale di informazioni sulla singola persona. Il Garante per la Privacy sta facendo uno sforzo per sensibilizzare i ragazzi, ma il problema vero è legato all’ informatizzazione nelle scuole, in particolare quelle elementari e medie. Ci vuole una cultura della Rete». Esiste un modo per mentenere una giusta prospettiva sul fenomeno Facebook? Sì, e secondo Pietro Gentile è quella di non iscriversi. Ma lei, signor Gentile, su Facebook ci è mai stato? «Non ci sono più da almeno 5 mesi, dopo due anni di militanza per studiare il fenomeno. Ci troverete comunque molti miei omonimi» risponde.

GLI EPISODI PIU’ ECLATANTI
Un’infermiera pubblica su Internet alcune immagini di pazienti scattate al pronto soccorso dell’ospedale Molinette di Torino e rischia una sanzione disciplinare. Nel 2008 un giovane crea unfalso profilo spacciandosi per Bilawal Bhutto, figlio di Benazir. La stessa cosa accade a un professore trentino di un liceo scientifico, Alberto Conci. Una ragazza inglese di 16 anni, in prova, viene licenziata perché scrive su Facebook che si annoia a fare fotocopie.
Pietro Gentile sottolinea che l’effetto "virale" del fenomeno stia causando un assorbimento del tempo della vita delle persone che lo frequentano. Ciò di per sé non è negativo se le persone traggono un vantaggio da tali relazioni. Diventa invece uno svantaggio se tutto si riduce a un’inutile perdita di tempo che penalizza il proprio lavoro. Al momento è impossibile impedire che i casi di violazione di privacy non si ripetano, anzi il giornalista si dichiara convinto che il problema si accentuerà nei prossimi anni. Sull’onda di questo timore, è stato recentemente proposto il Ddl n° 773: prevede un inasprimento nelle misure di controllo del web fino all’oscuramento dei siti che non sono in grado di rimuovere velocemente le illegalità. È vietato anche creare falsi profili ma, come su Youtube, è possibile individuare un profilo fittizio solo dopo che è stato inserito.
E che ne è stato della voce circolata on line secondo cui è impossibile disiscriversi da Facebook? Gentile risponde che «è possibile disiscriversi, anzi in questi mesi le procedure sono state migliorate proprio per la massiccia quantità di persone che ne vogliono uscire. Rimane il fatto che le tracce lasciate sui profili di altre persone non potranno essere cancellate. In questo senso la propria identità rimarrà in rete fino a quando un amico con cui si è entrati in contatto sarà ancora iscritto». Altro annoso problema: una volta caricate le proprie foto, Facebook ne diviene di fatto proprietario, tanto da poterle usare senza il nostro consenso e per fini commerciali. Proliferano gruppi che chiedono il cambiamento dei termini di uso delle fotografie. Ma le reti sociali sono tutte così pericolose? «I social network di prima generazione, come LinkedIn o Myspace, erano meno invasivi» conclude Gentile.

OPZIONI PRIVACY: ECCO COSA FARE
È utile rispolverare i vecchi consigli della mamma. Non dare troppa confidenza agli sconosciuti, cioè non accettare tutte le richieste di amicizia. E occhio a quel che ci viene offerto per strada, sotto forma di test o giochi: per accedere ad applicazioni esterne dobbiamo consentire al sito che le ha create di vedere i nostri dati personali. Per le ragazze sono d’obbligo altri semplici accorgimenti: non comunicare con precisione i vostri spostamenti e non caricare foto in pose provocanti o discinte.
Infine, bisogna sfruttare al meglio le opzioni privacy. Nella pagina Profilo è molto utile la funzione di personalizzazione: vi permette di rendere visibili i vostri dati a tutti gli amici meno qualcuno in particolare. Ad esempio, nel caso di un’amicizia accettata di recente ma non molto stretta, potete chattare con la persona ma impedirle di accedere ai vostri dati. Nella pagina Ricerca decidete da chi e come potete essere rintracciati nell’intera rete di Facebook. Ad esempio potete decidere se abbinare i vostri amici alla vostra immagine o se volete rendervi rintracciabili solo da persone che fanno parte della vostra rete. Non volete che qualcuno veda i vostri commenti a video o foto? Nella pagina Notizie, potete decidere quali notizie visualizzare nella vostra bacheca. Per ultima c’è la pagina Applicazioni. Permette di impostare cosa le applicazioni che installate possono vedere del vostro account: è consigliabile deselezionarle tutte. Facebook però rende obbligatoriamente accessibile all’applicazione il vostro nome, le vostre reti e la vostra lista di amici senza possibilità di toglierle. Quindi attenzione quando si installa un’applicazione, perché potenzialmente può conoscere e organizzare molte informazioni sul nostro conto. 



fonte: DA WWW.DIGI.TO.IT 

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