Valter Lavitola è latitante all’estero: i pm di Napoli ne hanno chiesto l’arresto preventivo (insieme con Gianpaolo Tarantini e la moglie Angela Devenuto) nell’ambito dell’inchiesta sul presunto ricatto a Silvio Berlusconi. Secondo il settimanale L?Espresso, il 24 agosto il premier consigliò al telefono proprio a Lavitola di rimanere all’estero.
LA TELEFONATA – Lavitola si trova a Sofia, «per concludere affari per conto di Finmeccanica», scrive il settimanale. Lì viene a sapere dell’inchiesta a suo carico per un presunto ricatto al premier. Continua L’Espresso: la latitanza di Lavitola comincia «forse per coincidenza, dopo aver parlato al telefono proprio il 24 agosto scorso con Silvio Berlusconi, che già in quel momento sembra essere a conoscenza del lavoro riservato dei pm napoletani e della richiesta di arresto che avevano presentato al gip Amelia Primavera». Nel corso della telefonata, Lavitola chiede a Berlusconi: «Che devo fare? Torno e chiarisco tutto?». E Berlusconi risponde: «Resta dove sei».
BERLUSCONI: “UNA BARBARIE” - «Hanno arrestato due persone per ascoltare le mie telefonate e poi indignarsi. In estrema sintesi siamo arrivati a questo livello di indecenza, una barbarie, ma nessuno si illuda che io possa fare un passo indietro, non ci penso nemmeno, questo governo arriverà al 2013». Così scrive il Corriere della Sera. «Come volete che stia?», prosegue il cavaliere. «I magistrati ci vogliono buttare giù, ancora una volta».
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