sabato 3 settembre 2011

Ecomafie: Vargas, pentito, ai magistrati parla di rifiuti e politica e fa il nome di Cosentino


Di certo Roberto Vargas non può essere definito uno «stinco di santo», ma è dal 2009, proprio al momento del suo arresto, che prende la decisione di collaborare. Ricordiamo che Vargas è un’ omicida reo confesso, è stato uno dei killer del clan dei Casalesi. E’ solo da qualche mese a questa parte che ha deciso di, come si suole dire, «svuotare definitivamente il sacco». Ha fatto rivelazioni circa gli affari gestiti dai Casalesi, i loro rapporti con lo scenario politico e ha reso possibile l’individuazione di nuovi terreni sui quali la camorra casertana ha deciso di interrare i rifiuti. Le aree vengono in un primo momento svuotate attraverso il prelievo del materiale da utilizzare nell’edilizia e successivamente vengono ricoperte di rifiuti altamente tossici. Non è ancora terminato il periodo di 6 mesi, così come stabilito dalla norma di legge sui pentiti, nel quale i collaboratori sono tenuti a rivelare tutto ciò che sanno, ma Vargas, attraverso i suoi recenti racconti, ha permesso la ricostruzione del suo passato. In particolare, dall’area indicata da Vargas le imprese dei clan hanno dapprima prelevato materiale allo scopo di edificare la Nola-Villa Literno e poi i terreni sono stati utilizzati per interrare bidoni e fanghi tossici. Attualmente si è in attesa dei risultati delle analisi eseguite sui terreni dall’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente. Al contrario di Vargas, il fratello Pasquale, uno dei capi dei Casalesi, arrestato nel febbraio 2010, non ha deciso di collaborare ed è stato ristretto in carcere in seguito alla condanna nel processo Spartacus a 12 anni di detenzione. In seguito alle preziose ed utili rivelazioni di Vargas, tre verbali di interrogatorio sono stati presentati dal pm Antonello Ardituro, nel giugno scorso, in sede di udienza preliminare a carico dell’ex consigliere regionale dell’Udeur, Nicola Ferraro, accusato di collusione con il clan dei Casalesi. Insomma, grazie al sostegno politico di Ferraro, la camorra casertana aveva libero accesso agli appalti. Nei verbali è presente anche il nome di Nicola Cosentino. Nicola Schiavone, imputato nel procedimento Ferraro, svolgeva il compito di mediatore politico. Andando ad analizzare la figura di Schiavone, si evince che il figlio del boss Francesco, conosciuto come Sandokan, si sarebbe impegnato per riportare in buoni rapporti Cosentino e Michelangelo Madonna, cugino dei Vargas, attualmente assessore all’Ambiente del Comune di Casal di Principe. Tra Cosentino e Madonna in passato si sono avuti molti dissapori politici. Nel 2007 durante le comunali Madonna si era candidato alle elezioni con una propria lista. L’occasione nella quale il figlio di Sandokan avrebbe cercato di riappacificare i due sarebbe stata un incontro tra il fratello Pasquale e Schiavone. Ecco le dichiarazioni di Vargas presenti nel verbale: «Proprio Nicola Schiavone ci spiegò che bisognava superare quella contrapposizione tra Madonna e Nicola ‘o mericano, cioè Nicola Cosentino. In cambio Schiavone promise di far prendere a Madonna alcuni appalti a Casal di Principe». Tuttavia, le dichiarazioni di Vargas devono tutte essere provate e verificate da parte degli investigatori. Le rivelazioni effettuate in merito a Cosentino, ex sottosegretario all’Economia, potrebbero essere incluse nel procedimento a suo carico. Cosentito risultato imputato per concorso esterno in associazione camorristica e ci potrebbe essere una richiesta da parte del pm Alessandro Milita di acquisire questi verbali. Il 19 settembre si terrà la prossima udienza. Questo sarebbe il settimo reo pentito che fa il nome di Cosentino. Che ci sia un suo effettivo coinvolgimento? Spetterà ai pm e al giudice dirlo. Nel frattempo, dovrebbe far pensare la richiesta avanzata dallo stesso Cosentino di apportare una revisione alla legge sui collaboratori.
fonte: nuovaresistenza

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