venerdì 19 agosto 2011

No allo scarico a mare: la catena umana che non piace a Vendola


No allo scarico a mare: la catena umana che non piace a Vendola Immagine 18 600x286MANDURIA – Una lunga catena umana composta da bagnanti e attivisti dei comitati ambientalisti di Avetrana, Manduria e Maruggio, ha tracciato ieri il litorale ionico dove, secondo i piani della Regione Puglia e dell’Acquedotto pugliese, sarà vietata la balneazione per la presenza del futuro impianto di depurazione con scarico a mare. La manifestazione coloratissima e pacifica che ha coinvolto un migliaio di persone, è stata organizzata dal Comitato spontaneo di cittadini denominato «No scarico a mare» che si oppone alla costruzione del depuratore consortile che scaricherà in mare, attraverso una condotta sottomarina lunga un chilometro, i liquami fognari degli abitati di Manduria, Sava e marine di Manduria. I promotori chiedono che il recapito finale delle acque, una volta depurate al massimo grado previsto dalla legge, non debba essere il mare, ma vasche di raccolta per il  riutilizzo a fini irrigui. Gli stessi ritengono che il progetto così com’è, sia obsoleto e non risponda alle norme attualmente in vigore, tanto che, se fosse presentato oggi, non verrebbe approvato.
La propaganda per la sensibilizzazione al problema è stata realizzata mediante la distribuzione, in due giorni, dei volantini che riportano i motivi della protesta, nonché tramite la diffusione di annunci su facebook.


La manifestazione ha avuto inizio alle 11.30 di ieri nella zona di Specchiarica, quando gli appartenenti al comitato, capitanati dal presidente Liliana Digiacomo, sono scesi in spiaggia vestiti della maglia con il logo “No scarico a mare” e armati di volantini e megafoni per coinvolgere migliaia di bagnanti, i quali, sostenendo l’iniziativa, si sono uniti al gruppo per formare un lungo cordone umano alla presenza di telecamere e macchine fotografiche di emittenti televisive e testate giornalistiche locali e regionali. “Questa non è la soluzione al problema, – ha spiegato un manifestante del comitato – ma è necessario cominciare a sollevare un vespaio che porti il problema all’attenzione di chi ha il dovere di intervenire”. Sintomatico della rilevanza della questione è stato l’unirsi, al folto gruppo di dimostranti, di un dipendente dell’Acquedotto Pugliese, il quale, affermando di andare contro i propri interessi alla luce del proprio impiego, ha condiviso i motivi della protesta incoraggiando il gruppo a non arrendersi. Il comitato, infatti, ha assicurato che seguiranno ulteriori azioni di protesta, che si svolgeranno pacificamente nel rispetto delle norme di civiltà e di democrazia.

fonte: la voce di Manduria

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