Gero Grassi, parlamentare Pd, è un parlamentare impegnato. Si sbatte tra Roma e Bari, cioè il collegio elettorale. Perciò non nasconde il suo disappunto per quella che chiama la «marea montante» del populismo e della demagogia.
Onorevole uno stipendio di 13 mila euro netti al mese. Siamo quasi a livello di top manager. «Ma non diciamo fesserie. Non è quella la cifra».
Cosa vuol dire? «Vogliamo fare un po' di conti? Sto a Roma tre-quattro giorni alla settimana. Da qualche parte dovrei dormire, salvo che la marea montante del populismo non ci chieda di dormire sotto i ponti del Tevere. Quindi, pago un affitto da 1.500 euro al mese. A Roma, è quasi niente. Potrei andare in albergo? Pagherei di più».
Resta sempre una bella cifra.. «Calma, a Roma devo muovermi con il taxi, e ogni tanto andare a pranzo. E non tiri fuori la questione della buvette a basso costo...»
Va bene, e il resto? «Ho una mia sede nella mia città per conservare il rapporto con il territorio. Ci lavorano due dipendenti, regolarmente stipendiate, con tutte le carte in regola. Questi soldi da dove li prendo, secondo Lei? E le spese vive, dell'affitto, del telefono ed eccetera? E i soldi versati al partito, per sostenere la campagna elettorale nazionale? Si tratta di 50mila euro, cioè 800 euro al mese per l’intera legislatura».
Ma perché conserva una sua segreteria? Non può chiuderla? «Perché la gente mi viene a trovare, a parlarmi dei suoi problemi, e io, nel rispetto delle leggi cerco di dare una mano. E' un delitto? Volete, che alla fine la politica torni ad essere solo questioni per ricchi? Certo, ci sono eccessi che vanno eliminati e sono d'accordo. Ma la demagogia e il populismo sono l'altra faccia dei poteri forti».
Ma il Paese attraversa una grave situazione di crisi, si chiedono ai cittadini altri sacrifici. La Politica non deve fare la sua par te? «Non ci sono dubbi, e sono d’accordo. Ma posso dire che circolano troppe favole sui privilegi della politica. Comunque sarei favorevole al rimborso delle spese con la presentazione delle fatture, così qualche furbetto sarebbe penalizzato»
fonte gazzetta del mezzogiorno
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