giovedì 11 agosto 2011

I punti principali della relazione di Tremonti...Sta la crisi


INTRODUZIONE - «Dividerò il mio intervento in due parti per illustrare sia la proposta di pareggio di bilancio in Costituzione nell'articolo 81, sia la scelta di anticipo del pareggio di bilancio. È una caso di eterogenesi dei fini».
VINCOLO DI BILANCIO IN COSTITUZIONE - Per l'articolo 81 della Costituzione è «necessaria una revisione. Lo dobbiamo cambiare perchè non costituisce un caso di successo, non ha funzionato perchè siamo arrivati ad essere il terzo o il quarto debito pubblico del mondo. La nostra posizione oggi è oggettivamente straordinaria». La scelta di inserire il pareggio di bilancio in Costituzione è «una scelta che segna la fine di un'epoca nella quale l'Occidente poteva piazzare titoli ai valori che voleva». Oggi viviamo in un' epoca «che costringe a scelte di maggior rigore: non puoi spendere più di quello che prendi soprattutto se con riluttanza prendono i tuoi titoli». È fondamentale che nella costituzionalizzazione del pareggio di bilancio ci sia un esplicito riferimento ai meccanismi europei, che sia definito da parte della Repubblica italiana il riconoscimento dei vincoli di bilancio che ci vengono dall'Europa. Non basta fare riferimento ai trattati dell'Unione europea, perché sono in evoluzione».
Le misure di Tremonti

LA DATA DEL PAREGGIO - «La soglia del 2014 per l'obbligo del pareggio di bilancio non l'abbiamo inventata noi, ma da due anni era, sarebbe stata, la data europea». Prima «non c'era nessun obbligo di pareggio di bilancio nel 2011». Ora «c'è ampio spazio per un lavoro che presuppone un disarmo plurilaterale e uno spirito costituente». «Il decreto che pone il pareggio di bilancio al 2014 è stato votato alla Camera a metà luglio. Da allora molti fatti hanno modificato il corso delle nostre attività. Il primo è l'intensificazione verticale della crisi finanziaria: la prospettiva era diversa rispetto a quella in cui è stato costruito il decreto sul pareggio di bilancio».
LA PREVISIONE DELLA CRISI - «Personalmente non penso di essere accreditabile di formule ottimistiche sulla crisi. Dal 2006 ho sempre usato formule di prudenza».
LIBERALIZZAZIONI - «Dobbiamo e possiamo intervenire con forza su liberalizzazioni, servizi pubblici e professioni. Sul lato della crescita serve la piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali, dei servizi professionali e la privatizzazione su larga scala dei servizi locali».
FESTIVITA' - «Accorpare sulla domenica le festività non religiose potrebbe essere un modo europeo per aumentare la produttività sistemica».
DIPENDENTI PUBBLICI E PENSIONI - «La Banca centrale europea ci ha anche chiesto tagli agli stipendi pubblici attraverso il licenziamento o la dismissione del personale compensato con meccanismi di assicurazione». Nella lettera c'erano «suggerimenti che riguardano le pensioni di anzianità, le donne nel settore privato, e si formula anche l'ipotesi di tagliare gli stipendi dei dipendenti pubblici». Ma, puntualizza Tremonti, «anche questo, non è detto che debba essere oggetto dell'attività del governo italiano».
CONTRATTI DI LAVORO - «Per il mercato del lavoro l'ipotesi da mettere in campo è una spinta alla contrattazione a livello aziendale, con il superamento del sistema centrale rigido».
LICENZIAMENTI - Ci sono le ipotesi di mettere in campo «una spinta verso la contrattazione a livello aziendale, il superamento di un sistema aziendale rigido e il licenziamento e la dismissione del personale compensato con meccanismi di assicurazione più felici», una «sorta di diritto di licenziare ma compensato con migliori posti di lavoro».
COSTI DELLA POLITICA - «Bisogna intervenire con maggior incisività sui costi della politica. Dobbiamo tornare sulla materia non solo sui costi dei politici, non solo su quanto prendono ma anche su quanti sono. C'è un effetto di blocco, di manomorta».
RENDITE FINANZIARIE - «C'è l'ipotesi, fermi i titoli di Stato, di aumentare la tassazione delle rendite finanziarie dal 12,5% al 20%. E c'è l'ipotesi di ridurre i depositi bancari e postali dal 27% al 20%»».
CONTRIBUTI DI SOLIDARIETA' - «Per quanto riguarda l'evasione fiscale e quindi il recupero di risorse sono possibili contributi di solidarietà».

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