sabato 22 ottobre 2011

attenti al falso video su facebook ecco come risolvere

Alcuni utenti in queste ore ricevono "strani" messaggi in chat: vengono invitati a visualizzare un filmato che li riguarda dove, per far ciò, "devono" autorizzare un'applicazione ad accedere al proprio profilo (vedi foto).
Il filmato NON ESISTE, e si tratta di un ennesimo tentativo per iscrivervi ad abbonamenti di suonerie per cellulari.

E' un messaggio generato da un'applicazione "virale" (non un virus) che si autodiffonde utilizzando la chat di chi l'autorizza.

Se ricevete messaggi del genere:
- non autorizzate MAI ALCUNA APPLICAZIONE per visualizzare contenuti multimediali
- avvisate l'amico che vi ha mandato il messaggio, invitandolo a eliminare l'applicazione che ha generato il messaggio (o inviategli il nostro link)
- segnalate l'applicazione a Facebook, utilizzando il link (in blu) presente nella schermata di autorizzazione

Se ingenuamente avete autorizzato l'applicazione:
- accedete alle vostre applicazioni (http://www.facebook.com/settings/?tab=applications); cliccando su Modifica, a lato di ogni applicazione, sarete in grado di vedere le ultime azioni eseguite sul vostro profilo (accessi, pubblicazioni, etc), e tramite la X potrete rimuoverle; eliminate quelle che non riconoscete o che non usate più
- avvisate l'amico che vi ha mandato il messaggio, invitandolo a fare lo stesso

Se ancor più ingenuamente avete fornito il vostro numero di cellulare e inserito il codice ricevuto per sms (e quindi sottoscritto l'abbonamento):
- dopo aver eliminato l'applicazione dal vostro profilo (vedi sopra) contattate IMMEDIATAMENTE il vostro fornitore di servizi telefonici chiedendo il blocco del servizio appena sottoscritto
- inviate una segnalazione al GAT (sezione della Guardia di Finanza che dal 2001 si occupa di frodi telematiche ed informatiche) all'indirizzo sos@gat.gdf.it, avvisando della truffa in atto e fornendo il maggior numero di informazioni possibile

Se VOLETE EVITARE che in futuro le applicazioni dei vostri amici utilizzino la chat per mandarvi messaggi di questo (o altro) genere, proviamo a seguire queste istruzioni (sperando che funzionino):
- andate nelle "Impostazioni sulla Privacy" (anche dahttp://www.facebook.com/settings/?tab=privacy)
- nella sezione "Applicazioni e siti Web" cliccate su Modifica impostazioni
- aperta la nuova finestra, andate nella sezione "Modo in cui le persone condividono le tue informazioni con le applicazioni che usano" (seconda opzione) e cliccate su Modifica impostazioni
- deselezionate la voce "Se sono online" (per una maggiore tranquillità sarebbero TUTTE da deselezionare, valutate voi l'opportunità o meno di farlo)
- cliccate su Salva modifiche.
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E' gradita la condivisione (e grazie per la collaborazione).

venerdì 7 ottobre 2011

come fai ad affittare casa se guadagni 800 euro al mese?


stretti tra una disoccupazione ai massimi storici, un mondo del lavoro di serie b, tra stage, progetti e quant'altro, con stipendi spesso miserabili, le possibilità per gli under 35 di prendere casa sono sempre minori. si tratta di un vero problema nazionale e per risolverlo sono necessarie azioni immediate e concrete
secondo un'indagine svolta dal sicet, il sindacato inquilini della cgil, solo 1 su 4 è riuscito a trovare casa e a mettere su famiglia.  è quanto emerge dai risultati di un questionario sulla condizione abitativa dei giovani, tra i 18-35
il problema principale che ostacola l'autonomia de ragazzi italiani è il caro alloggio. dalla ricerca esce che il 63% dei giovani vive in locazione mentre il 37% è in una abitazione in proprietà. sulla quota di chi è in affitto, il 55,82% ha un contratto registrato. per quasi il 6% il contratto non è registrato e oltre il 38% è senza un contratto d’affitto scritto
rispetto al tipo di soluzione abitativa, i 2/3 vivono in un alloggio: appartamenti e case singole. mentre per il 16,67% dei giovani hanno in affitto una camera. e sempre nella stessa percentuale è la soluzione dell’affitto di un posto letto. questa tipologia riguarda generalmente gli studenti, ma non solo, come noi di idealista abbiamo segnalato nella nostra inchiesta sul condividere casa
prezzi degli affitti rilevati sono alti. sul posto letto si va da un minimo di 200 a 400 euro/mese. per la camera, minimo 250 sino a 500 euro/mese. mentre per l’abitazione: il minimo è 450 sino ad un massimo di 1.320 euro/mese
iredditi percepiti: molti studenti svolgono dei lavoretti per 300/400 euro/mese. mentre il dato medio indicato da chi lavora è tra i 700 e i 1.200 euro/mese. evidente la forte divaricazione tra redditi e spesa per la casa.
secondo il sicet "le politiche abitative per i giovani, oggi assenti, debbono essere inserite nelle agende politiche. si tratta di ampliare l’offerta di alloggi in affitto nel settore dell’edilizia residenziale pubblica con bandi speciali per i giovani. ma anche intervenire sul mercato privato con una nuova legge sulle locazioni che attraverso un unico contratto calmierato possa ridurre il caro affitti. serve un grande piano per le locazioni che oggi nella crisi potrebbe rappresentare una politica di sviluppo fortemente necessaria"

Scuola, i blindati bloccano gli studenti. Tensioni

La giornata di protesta degli studenti è cominciata con un blitz davanti a Palazzo Chigi, all'alba, dove sono state portate «delle sveglie per questo governo, per dire che la loro ora ormai è arrivata. Questa generazione non vuole che si perda altro tempo». Lo si legge in una nota della Rete degli studenti medi.

Intanto, aggiunge il comunicato, «iniziano a prendere vita i cortei in tutta Italia, dai piccoli centri alle grandi città, un grido unico si alza in questa giornata: questo governo e il ministro Mariastella Gelmini hanno fallito su tutto, distrutto le nostre scuole, il nostro diritto allo studio e il nostro futuro. Devono andare a casa».

A Roma c'è un corteo da Piramide fino sotto al Miur, dove è poi previsto un sit-in di protesta. Manifestazioni anche davanti all'Aran e all'Usr, «con tante proposte e idee per cambiare la scuola pubblica - dicono gli studenti - Rimetteremo al centro i nostri numeri, quelli dell'Italia che conta davvero: diritto allo studio, edilizia scolastica, welfare studentesco, didattica alternativa sono solo alcune delle nostre rivendicazioni di cui abbiamo dibattuto e che continueremo ad approfondire nelle nostre scuole e nei luoghi di partecipazione».

STUDENTI IN PIAZZA
Studenti in piazza, oggi, in tutta Italia, dove sono in programma 90 cortei contro il degrado della scuola: lo ricorda l'Unione degli studenti in una nota, ribadendo i principali motivi della protesta. «Il 40 % delle scuole Š privo di certificato di idoneit… statica, il 47% dei giovani [ precario - si afferma nel comunicato - il 29% dei giovani è disoccupato, il governo ha tagliato le risorse per le borse di studio del 94,75%. Inoltre - aggiunge la nota - »siamo in piazza per ribadire il nostro no ad una politica di continui tagli alla formazione, di riforme calate dall'alto. A tutto ciò fin dallo scorso anno abbiamo contrapposto non solo la forza dei nostri 'nò, ma anche e soprattutto la forza delle nostre proposte«. Proposte concrete, sottolineano, pubblicate integralmente sul blog www.altrariforma.it. Oggi sarà possibile seguire la mobilitazione nelle piazze con la diretta che l'Unione degli Studenti e la Rete della Conoscenza metteranno in campo minuto per minuto tramite facebook e twitter, oltre che sui rispettivi siti.

In Argentina apre un bordello chiamato "palazzo Berlusconi". L'imbarazzo degli emigrati italiani


A Rosario, città argentina che diede i natali a Ernesto Che Guevara - oltre un milione di abitanti a nord della capitale Buenos Aires - avrebbe aperto un bordello chiamato "Palazzo Berlusconi". Ed è grande l'imbarazzo degli italiani che vivono nel paese sudamericano.
Antonio Bruzzese, Presidente in Argentina della Cna (Confederazione degli artigiani) e dell'Associazione Insieme Argentina, fa sentire la sua protesta al sindaco di Rosario,Roberto Lifschitz, e al Console Generale, Rosario Miccichè, per l'esistenza del bordello intitolato al premier italiano nella città della provincia di Santa Fe.
Bruzzese, secondo quanto riportato dal sito emigrazione-notizie.org, esprime la sua indignazione per l'uso di un nome, che rappresenta in questo momento l’Italia, in un locale di prostituzione di lusso.
E' per questo che ha fatto arrivare la sua protesta in una lettera al sindaco di Rosario.
Eccola.

Egregio Sig. Sindaco,
Voglio esporre la mia profonda indignazione per l´ esistenza nella città di Rosario di un luogo di dubbia moralità, che porta il nome del Primo Ministro del mio paese, Silvio Berlusconi, chiamato “ Palazzo Berlusconi”, un bordello destinato a un pubblico di alto livello economico.

É molto offensivo che si sia permesso in questo comune l´utilizzo del nome di una delle massime cariche dell´Estato italiano.

Non é la mia intenzione giudicare la moralitá di Berlusconi, tanto meno uscire alla sua difesa, perche il tema trascende la persona e ridicolizza il paese che rappresenta, al di lá della sua gestione di governo.

Mi auguro da sua parte la comprensione di un tema cosi delicato e una rapida risoluzione, in difesa dell´italianitá e le relazioni tra i nostri paesi.

fonte: abruzzo24ore.tv

mercoledì 5 ottobre 2011

Dichiarazioni inaccettabili del Sindaco di Barletta

Le irregolarità dell'azienda - Le operaie "lavoravano in nero per pochi euro all'ora" e "dopo alcune verifiche sembra che l'azienda fosse completamente sconosciuta all'Inps", denuncia la Cgil della Bat. La ditta aveva le iscrizioni camerali in regola ma le cinque operaie che hanno perso la vita sotto le macerie di via Roma lavoravano in nero senza alcuna forma di tutela assicurativa e previdenziale. Lo hanno raccontato i parenti delle vittime. "Mia nipote, 33 anni, prendeva 3,95 euro all'ora, mia nuora quattro euro: lavoravano dalle otto alle 14 ore, a seconda del lavoro che c'era da fare. Avevano ferie e tredicesima pagate, ma senza contratto". Piegavano maglioni e confezionavano felpe per le grandi aziende. Sei ore al giorno in uno scantinato uguale a cento altri scantinati dove lavorano rinchiuse moltissime barlettane. Ma il sindaco Nicola Maffei non vuole sentir parlare di ispezioni a tappeto. "Non mi sento di criminalizzare chi, in un momento di crisi come questo viola la legge assicurando, però, lavoro - ha dichiarato ieri - sarebbe un paradosso se i titolari della maglieria che si trovava nel palazzo crollato, dopo avere perso una figlia e il lavoro, venissero anche denunciati".
fonte : Repubblica

il Porto di Bari. Intervento On. Mario Tassone in Commissione Antimafia

Sig. Presidente, Sig. Ministro Matteoli, Signori Colleghi, ho già affrontato questo tema in questa Commissione, nella Commissione Trasporti della Camera, in una interpellanza urgente al Presidente del Consiglio dei Ministri ed al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, nonché nella discussione in aula di tale atto di sindacato ispettivo, la cui risposta è stata enunciata dal Sottosegretario di Stato Luca Bellotti, ed ho già posto in evidenza i fatti scabrosi che hanno caratterizzato la gestione dell'Autorità portuale di Bari degli ultimi 5 anni.
Ci troviamo di fronte ad una situazione estremamente grave, che riguarda la nomina, anzi la conferma del Sig. Francesco Palmiro Mariani a Presidente dell'Autorità portuale di Bari.
Non è soltanto una vicenda che riguarda un atto illegittimo da un punto di vista amministrativo, ma ritengo che sia ancor più rilevante la gravità della vicenda sul piano penale.
Ho molta considerazione di Lei, Sig. Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per pensare minimamente che Lei - avendo una profonda conoscenza dei fatti e dei dati - abbia potuto condividere la nomina di questo Presidente dell'Autorità portuale, perché ci troviamo di fronte ad una delle pagine più oscure della gestione della cosa pubblica nel nostro Paese.
Una Commissione ministeriale voluta da Lei, Sig. Ministro, appena due anni fa, stigmatizzava la presenza di soggetti con "precedenti penali certificati", in una tale Cooperativa Multiservizi Portuali, "che, con sprezzo di ogni dovere d'ufficio, sono stati dal Presidente dell'Autorità portuale utilizzati addirittura come addetti di security per la sicurezza e la prevenzione nei confronti di eventuali attacchi terroristici internazionali".
La medesima Commissione d'indagine evidenziava che il Presidente dell'Autorità portuale di Bari privilegiava la Cooperativa Multiservizi Portuali, alla quale era stato affidato dalla stessa Autorità portuale "con una procedura che desta forti perplessità", un appalto di svariati milioni di Euro per lo svolgimento del servizio di viabilità e security. Si pensi che l'entità di tale appalto si è moltiplicata vertiginosamente nel corso degli anni, fino a raggiungere circa 3,5 milioni di Euro nell'anno 2010.
Valutazione preventiva ineccepibile, questa, che è stata formulata dalla Commissione, tanto che lo stesso affidamento di servizi è stato censurato sia dal Tar Puglia che dal Consiglio di Stato, prefigurando un chiaro ed evidente reato di abuso d'ufficio e turbativa d'asta, oggi al vaglio della Procura della Repubblica di Bari.
 E queste delle infiltrazioni malavitose nel Porto di Bari e dell'affidamento diretto dell'appalto del servizio di viabilità e security sono soltanto alcune delle innumerevoli inchieste aperte presso la Procura della Repubblica di Bari, riguardanti la gestione dell'Autorità portuale degli ultimi cinque anni, operata dal Sig. Mariani.
Altri fascicoli aperti, da quanto si è appreso dalla stampa, riguardano affidamenti di aree demaniali a parcheggio in trattativa privata - anche in contrasto ad atti preventivamente deliberati nel Comitato portuale - sempre e soltanto alla stessa Cooperativa Multiservizi Portuali, con business milionari, a fronte del pagamento di canoni di concessione demaniale di qualche migliaio di Euro.
In merito a ciò, Sig. Ministro, Lei ha ricevuto numerose comunicazioni dagli amministratori della Bari Porto Mediterraneo, nelle quali sono state denunciate gravi problematiche connesse alla gestione dei servizi pubblici, della security e del servizio di parcheggio per i crocieristi nell'ambito del Porto di Bari.
In particolare, nelle note del 10 settembre e del 4 dicembre 2009, si denunciavano "gravi favoritismi" e "sconcertanti azioni poste in essere dalla medesima Autorità portuale sempre a vantaggio della stessa Cooperativa", la Multiservizi Portuali, che veniva dall'Autorità portuale "favorita" e "tutelata" al fine di poter gestire il grandebusiness dei parcheggi, in stretta connessione con quello della viabilità e security, e consentire alla medesima Cooperativa - accusata di infiltrazioni malavitose - di poter ottenere "il presidio dell'intera area portuale". "Di fatto, quindi, l'Autorità portuale ha creato una "rendita" in favore della Cooperativa Multiservizi Portuali di circa 4 mln di Euro nel 2009", divenuti circa 5 mln nel 2010. "Ciò, tra l'altro, ha consentito alla Cooperativa di gonfiare il proprio organico, che nell'ultimo anno è passato da poche decine di addetti ad oltre 150 unità ... nell'imminenza delle Elezioni Europee ed Amministrative (Comunali e Provinciali baresi) del giugno 2009. Non è un caso, infatti, che alla manifestazione di protesta svoltasi proprio durante il periodo elettorale ... a seguito del Commissariamento del Presidente dell'Autorità portuale da parte del Ministro Matteoli, di tutti i lavoratori del porto abbiano partecipato solo ed esclusivamente quelli della Cooperativa Multiservizi Portuali". Ed è soprattutto dai soggetti con precedenti penali appartenenti a tale Cooperativa "che gli addetti della scrivente Bari Porto Mediterraneo subiscono continue e quotidiane minacce, aventi quale obiettivo precipuo quello di ostacolare il parcheggio di veicoli ai passeggeri" nell'unica area autorizzata, interna al porto, gestita dalla Bari Porto Mediterraneo.
Ma i favori alla Cooperativa Multiservizi Portuali non finiscono qui. A quanto detto si aggiunge l'ulteriore grande business (di parecchie centinaia di migliaia di Euro) dei servizi turistici con l'impiego di mezzi di trasporto (trenini turistici), con autorizzazione limitata da parte dell'Autorità portuale, "ovviamente" esclusivamente in favore della Cooperativa Multiservizi Portuali, in modo tale da impedire l'ingresso in Porto ad altre Società concorrenti e già in esso operanti (vedasi Ordinanza dell'Autorità portuale di Bari n.2/2010 del 6 maggio 2010).
Quanto detto è sconcertante, Sig. Presidente e Sig. Ministro, ma ancora non è tutto.
L'equazione "Autorità Portuale" uguale "Cooperativa Multiservizi Portuali", ossia "interesse pubblico" uguale "proprietà privata" si completa se si passa al capitolo delle assunzioni.
Nella Cooperativa Multiservizi Portuali sono stati assunti parenti stretti del Sig. Michele Moretti, nonché la moglie dell'Ing. Antonio Pantanella, entrambi dipendenti dell'Autorità portuale con il ruolo di PFSO (Port Facility Security Officer), vale a dire di responsabili dell'attuazione del "Piano di Sicurezza Portuale" in base al quale la Multiservizi svolge l'attività di security nel Porto. La circostanza ha dell'incredibile, giacchè i predetti Moretti e Pantanella dovrebbero, per conto dell'Autorità portuale, controllare l'attività svolta anche dai loro congiunti, in un intreccio "familistico" a dir poco singolare e che per di più riguarda profili delicatissimi come la tutela della sicurezza dell'intero Porto.
Infine, di appena pochi mesi fa la notizia pubblicata sul Quotidiano di Bari, dal Titolo "Autorità portuale, venti assunzioni senza concorso: indaga la Procura"; assunzioni dirette e clientelari, di soggetti con cognomi eccellenti, che sarebbero state effettuate negli ultimi 4 anni di gestione del Sig. Mariani, anche a dispetto di una nota del 16 settembre 2010, del Direttore Generale per i Porti, Dott. Cosimo Caliendo, nella quale raccomandava "l'espletamento di procedure concorsuali selettive di evidenza pubblica nel rispetto del principio di trasparenza e delle vigenti norme in materia".
Una di queste riguarda il Dott. Pietro Bianco, assunto direttamente ed a tempo indeterminato dal 10 gennaio 2008, appena dopo essersi dimesso dalla Bari Porto Mediterraneo. Il Sig. Bianco, a detta degli operatori e dei lavoratori portuali, rappresenta il vero "nume tutelare" della Cooperativa Multiservizi Portuali (nonostante sia anche lui, come i predetti Moretti e Pantanella, un PFSO!) ed il "braccio armato" in porto del Presidente Mariani, da cui è stato premiato "Dirigente del Servizio attività portuali" dal 1 gennaio 2010.
Sono stati assunti direttamente a tempo indeterminato ed in posizioni apicali (nella qualità di responsabili, rispettivamente, dei Porti di Monopoli e Barletta) il Dott. Giuliano Giuffrè ed il Dott. Antonio Maggi, figli dell'Amm. Salvatore Giuffrè (Direttore Marittimo di Puglia e Basilicata, Comandante della Capitaneria di Porto di Bari e, pertanto, Vicepresidente del Comitato portuale dell'Autorità Portuale di Bari) e dell'Ing. Gaetano Maggi (all'epoca dei fatti Direttore del Genio Civile Opere Marittime di Bari e componente del Comitato portuale dell'Autorità Portuale di Bari). Quindi, entrambi i genitori, autorevoli rappresentanti del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti nell'ambito del Comitato portuale dell'Autorità Portuale di Bari. La tempistica dell'assunzione dei loro figli ha una stretta attinenza con la nota vicenda dell'annullamento della concessione demaniale alla Bari Porto Mediterraneo. Difatti: l'apertura del procedimento di autotutela in Comitato portuale è avvenuto in data 17 novembre 2008, con i voti favorevoli dei genitori Giuffrè e Maggi; l'assunzione dei figli è avvenuta in data 2 febbraio 2009; infine, il successivo 19 febbraio il Comitato portuale si è pronunciato in via definitiva per l'autotutela, anche in tal caso con i voti favorevoli dei due genitori, in palese contrasto con il formale invito rivolto all'Autorità portuale proprio da Lei, Sig. Ministro Matteoli, di una breve sospensione del procedimento di autotutela in attesa di acquisire le risultanze dell'apposita Commissione d'indagine da Lei fortemente voluta.
E proprio sulla base delle risultanze riportate nella relazione del 4 maggio 2009 della Commissione ministeriale - la quale ha certificato la gestione disastrosa del Sig. Mariani e che "la situazione del porto di Bari, già molto grave, sia destinata a peggiorare ulteriormente, proprio per effetto delle improvvide iniziative ... destinate a compromettere irreversibilmente lo sviluppo futuro dello scalo barese" - che Lei, Signor Ministro, nel giugno 2009 ha provveduto a rimuovere il Sig. Mariani da Presidente dell'Autorità portuale di Bari ed a nominare un Commissario.
In quella circostanza la Sinistra Pugliese ha tuonato sulla stampa additandoLa di "decisione mafiosa"!
Le rammento, Sig. Ministro, che all'epoca il Tar sospendeva il commissariamento e Lei sosteneva sulla stampa: "Riproporrò il Decreto, il porto non può essere lasciato all'attuale gestione" (Repubblica - Bari - 19 giugno 2009); "C'erano problemi talmente gravi da compromettere il futuro sviluppo del porto. ... L'Ordinanza del Presidente del Tar di Bari, e non del collegio riunito in camera di consiglio, per le modalità con cui è stata emessa ci lascia attoniti. Raramente si è registrata nella storia della giustizia italiana tanta tempestività. Comunque, impugnerò l'Ordinanza del Presidente del Tar qualora il collegio giudicante la confermasse" (Gazzetta del Mezzogiorno - Bari - 19 giugno 2009).
Lo stesso Mariani sul Corriere del Mezzogiorno del 17 giugno 2009 sosteneva che "E' una decisione priva di fondamento, perché non ci sono i criteri per commissariare il porto. Infatti, una ventina di giorni fa abbiamo chiuso il bilancio con un utile di 500 mila euro; abbiamo rispettato i vincoli della pianta organica ... e, naturalmente, non abbiamo pendenze giudiziarie".
Proprio il contrario di ciò che rinviene dai risultati di gestione del Sig. Mariani per le annualità 2009 e 2010: bilanci falsi, per l'illegittimo inserimento di poste attive inesigibili, ed in disavanzo, rispettivamente per circa 500 mila Euro e circa 1.200.000 Euro, a causa del notevole incremento delle spese del personale assunto a tempo indeterminato in maniera clientelare ed indiscriminata e dell'incremento smisurato delle spese di security, in favore, come già detto, della Cooperativa Multiservizi Portuali; inoltre, in attuazione dell'ultimo Decreto Milleproroghe, la perdita, per incapacità programmatoria e gestionale, di circa 90 milioni di Euro per le infrastrutture del porto; infine, gli innumerevoli procedimenti aperti presso la Procura della Repubblica di Bari sulle infiltrazioni malavitose e le illegittime procedure amministrative adottate.
Quindi Lei, Signor Ministro, il Sig. Mariani l'avrebbe dovuto ricommissariare sia per il risultato gestionale del 2009 che per quello del 2010!
E Lei che cosa ha fatto, Sig. Ministro?! Nonostante gliene abbiano dette di tutti i colori e nonostante che negli ultimi due anni si sia pienamente realizzato il disastro gestionale preannunciato nel maggio 2009 dalla Commissione ministeriale, costellato e caratterizzato da innumerevoli illegalità ed illegittimità, ampiamente certificate, non solo non ha mantenuto fede a quanto pubblicamente dichiarato di proseguire sulla strada tracciata del commissariamento del Sig. Mariani, ma, addirittura, Lei ha nominato il sig. Mariani commissario di se stesso (il 19 gennaio 2011)!
E poi? L'ha confermato Presidente (il 7 giugno 2011), nonostante che l'Art. 7 comma 3 lettera b) della Legge 84/94 Le impone la rimozione del Presidente che ha prodotto il disavanzo di bilancio e la nomina di un Commissario, inventandosi proprio Lei, Sig. Ministro, artatamente, un artificio contabile in palese contrasto con la stessa Legge 84/94, per difendere strenuamente la conferma di Mariani, ed abbracciando tesi illegali ed immorali!
Lei, Sig. Ministro, ci deve quali sono i motivi della Sua inquietante contraddittorietà in questa vicenda, ci deve dire quali interessi si celano dietro l'incredibile conferma di un simile "personaggio" alla Presidenza dell'Autorità portuale di Bari, se Lei stesso, pochi mesi fa, nel novembre 2010, per molto meno, ha proceduto al commissariamento dell'Autorità Portuale di Civitavecchia!
Ma allora perché si nomina Mariani?! Perché c'è il "sì" del Ministro e del Presidente della Regione Puglia?! Allo scopo si dovrebbero interrogare anche il Capogruppo di Sinistra e Libertà alla Regione Puglia ed il Coordinatore regionale pugliese del Popolo della Libertà, perché ci sono loro parenti stretti interessati nel "traffico" degli appalti del Porto di Bari!
Si è andato avanti lo stesso, con l'arroganza del potere e con la copertura di alcune forze politiche di destra e di sinistra. L'estrema sinistra "rivoluzionaria" si ritrova sul piano del potere della gestione degli appalti e degli affidamenti. Ci sono state vessazioni incredibili, anche riguardo alla vicenda Bari Porto Mediterraneo, violazioni di norme, di buon gusto e di opportunità.
Questa preoccupante pagina della storia della portualità italiana non si chiude qui, Sig. Ministro, perché configura chiaramente, per i dati che abbiamo, un'associazione a delinquere, un'associazione criminosa di interessi privati!
Per evitare la quale Lei, Signor Ministro, non ha fatto nulla, anzi, è andato avanti tranquillamente! Alcuni di noi, compresi alcuni esponenti del Popolo della Libertà, sono intervenuti in Commissione trasporti, ma Lei è andato avanti lo stesso! Ovviamente, ognuno deve assumersi le proprie responsabilità e, a tal proposito, esiste anche un Tribunale dei Ministri.
Lei, Sig. Ministro, certamente sa che lo scorso 6 luglio il Sig. Mariani, insieme al suo sodale Segretario Generale - anche lui facente parte della "cricca genovese" Dalemiana - ha festeggiato ufficialmente e clamorosamente la loro riconferma ai vertici dell'Authority barese, a colpi di tamburi e fuochi d'artificio, solo ed esclusivamente con i "personaggi" e gli annessi familiari della Cooperativa Multiservizi Portuali, i quali hanno anche provveduto al finanziamento dell'intera serata.
Poi, nei primi di agosto, per sdebitarsi definitivamente nei confronti di tali "personaggi", il Sig. Mariani, in preda al suo consueto delirio di onnipotenza, ha compiuto l'atto conclusivo di garantire il posto pubblico, per alcuni con posizioni apicali, a figli e parenti stretti del "famoso" Presidente della Cooperativa Multiservizi Portuali, nonché a parenti stretti dei noti "personaggi" legati alla malavita di Bari Vecchia, in una Società interamente detenuta dall'Autorità Portuale, denominata "Porti Levante Security", costituita ad hoc dal Sig. Mariani e destinata alla gestione della security negli ambiti territoriali dei porti di Bari, Barletta e Monopoli.
E così si è compiuto l'ultimo scandalo: ovviamente senza alcuna evidenza pubblica, nello scorso mese di Agosto, sono state assunte, in tale Società, a tempo indeterminato, oltre settanta persone scelte privatisticamente ed insindacabilmente dai vertici dell'Autorità Portuale.
E l'ennesimo schiaffo alla legalità si è consumato, ponendo ancora una volta in evidenza che ci troviamo di fronte ad una vicenda mostruosa, inquietante ed allo stesso tempo miserevole.
Non so cos'altro deve accadere, Sig. Ministro, perché Lei si renda conto che ci troviamo chiaramente in presenza di un'associazione per delinquere e di scambio elettorale!
Mi avvio alla conclusione, Sig. Presidente, perché vogliamo conoscere le risposte del Sig. Ministro, che spero non siano confezionate con le baggianate, con le violazioni e con gli insulti!
Mi auguro che le risposte che Lei darà, Sig. Ministro, facciano allontanare i dubbi dal Ministero - e da Lei - di essere consapevole e corresponsabile di un'associazione a delinquere.
Pertanto, Sig. Ministro, non Le rimane altro che fare un passo indietro - con umiltà e sensibilità istituzionale - provvedendo immediatamente a rimuovere l'attuale Presidente dell'Autorità Portuale di Bari, revocando in autotutela il Decreto di conferma del Sig. Francesco Palmiro Mariani a Presidente dell'Autorità portuale di Bari, del 7 giugno scorso, onde arrestare tempestivamente il perpetuarsi di una situazione di palese illegittimità ed illegalità per il Porto di Bari.
Chiedo, comunque, Sig. Presidente, una formale indagine della Commissione antimafia sulle questioni da me poste, che venga sentito anche il Presidente della Regione Puglia e che venga promosso un sopralluogo della Commissione sul territorio barese per una verifica diretta della situazione,  per effettuare interrogatorio formale del primo attore di questa raccapricciante storia nefanda, il Sig. Francesco Palmiro Mariani, e per reperire gli atti contestati ed inviarli alla competente Procura della Repubblica.




fonte:http://www.udc-italia.it